Si ritorna alla base nella nostra Italia con la sensazione di aver buttato l’anima in un frullatore.
Addis Abeba si è messa davanti a noi con la sua semplice e sconcertante bellezza, ci ha guardato dritto negli occhi con i suoi che sono dei lucernari e ci ha stretto con la forza con cui si stringe la cosa più cara della propria esistenza.

Addis ti mette di fronte a te stesso.

È come una donna bellissima e trasandata che ti prende per il bavero e ti alza dalla sedia, ti costringe a ballare con lei davanti a tutti vincendo ogni barriera interiore.

Addis Abeba ci ricorda cosa significa essere un abitante della terra.
E ci ricorda che essenzialmente siamo solo questo.

Questi concerti africani hanno confermato tutto ciò.
La nostra voglia di trasmettere è tornata indietro raddoppiata e per questo ringrazio ogni singolo spettatore che ha vissuto le nostre performance in un modo che difficilmente dimenticheremo e al quale si è malinconicamente troppo poco abituati.

Grazie ai miei colleghi ed amici musicisti Ivano Fortuna, Pasquale Angelini’ Mimmo Catanzariti, Luciano Zanoni Franca Tarantino.

Ci siamo divertiti (nel senso più colto del termine)

Amasseguénalo Etiopia ti metto nello zaino delle cose importanti.